lunedì 3 marzo 2014

ARTE AL SERVIZIO DELLA BELLEZZA


Verso un rinnovato dialogo: «Il legame profondo tra la bellezza e la liturgia deve farci considerare con attenzione tutte le espressioni artistiche poste al servizio della celebrazione»1, benché le espressioni artistiche siano variate in genere, numero e specie. Inoltre lungo la storia, si è formata una visione dell’arte non sempre omogenea. Quello che non si può negare, neanche nella diversità, è che l’infinita bellezza divina e l’arte sacra sono in relazione per le loro nature. Perciò la bellezza deve essere espressa, in qualche modo, dalle opere artistiche dell’uomo destinate alla sfera sacra. Soltanto così sono più orientate a Dio e all’ incremento della sua lode e della sua gloria2. Ora, l’ideale mai ci può astrarre, in senso pieno, dal reale; pertanto con onestà dobbiamo dire che nell’età moderna è stata affermata progressivamente una forma di umanesimo caratterizzato dall’assenza di Dio e delle volte in opposizione a Lui. Questo clima ci ha portato fino al punto di scindere i mondi dell’arte e della fede3, alle volte sembrerebbe in maniera definitiva, perché per alcuni la luce si è spenta. Questo è ragionevole perche fuori dal corpo «la fede perde la sua “misura”, non trova più il suo equilibrio, lo spazio necessario per sorreggersi. La fede ha una forma necessariamente ecclesiale, si confessa dall’interno del corpo di Cristo»4. Eppure anche per quelli che sono al di fuori del corpo la speranza può toccare perché «grazie al sangue di Cristo siete diventati vicini» (Ef 2, 13). Per cui «la vera, grande speranza dell'uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere solo Dio [...] Chi è toccato dall'amore comincia a intuire che cosa propriamente sarebbe “vita”. Comincia a intuire che cosa vuole dire la parola di speranza»5.
La Chiesa cattolica costruisce un ponte con gli artisti. È vero che «le buone strutture aiutano, ma da sole non bastano. L'uomo non può mai essere redento semplicemente dall'esterno »6. Nel buio le piccole luci risplendono di più. Il nostro piccolo contributo in questo campo vuol essere il mettere un raggio di speranza, mettendo insieme per mezzo di tre scienze, estetica (arte) , filosofia e teologia; che dialogano con l’uomo d’oggi, quello che già c’era prima nella tradizione. Manca ancora la risposta personale e libera per quelli in cui la luce si è spenta, perché questa speranza mostrata in un’arista di incontro brilla soltanto se è accolta. La nostra non è una novità nel contenuto o nella forma, ma è un’originalità di sintesi.
 
Più prospettiva in: http://spazioetemposacro.blogspot.it/


Foto: G. Gasparro, Altare di San Massimo di Aveia. http://www.giovannigasparro.com/

1 Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis, Esortazione Apostolica Postsinodale, n. 41.
2 Cfr. Conc. Vat. II, Sacrosanctum Concilium, Constituzione sulla sacra Liturgia, 122.
3 Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti,n.10.
4 Francesco I, Lumen Fidei, n.22.
5 Benedetto XVI, Spes salvi, Lettera enciclica, n.27.
6 Ibid., n. 25.

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